martedì 15 novembre 2011

Io, Baricco e i (suoi) libri


Intanto, mi va di parlare di libri, in un momento in cui non sembra più così importante dirsi quali sono belli e quali no, litigarne un po’, pronunciarsi. Più facile che lo si faccia coni film o con la politica. Eppure i libri sono ancora lì, a migliaia, e continuano a declinare una civiltà di piaceri pazienti che in modo piuttosto silenzioso collabora a ridisegnare l’intelligenza e la fantasia collettive. Tutto quel che si può fare per dare evidenza ad una simile liturgia mite, lo si deve fare. E allora eccomi qui a fare la mia parte. (A.Baricco, La Repubblica)

I libri.
Se dovessi scegliere una sola cosa, tra quelle create dall’uomo, non avrei dubbi, salverei i libri.
Che poi, sarebbe come salvare le storie. E le storie è ciò di cui siamo imbevuti. Dalla Notte dei Tempi, da quando i versi si sono tramutati in parole e i segni in un codice definito, chiamato scrittura.
Senza, saremmo perduti. O, più semplicemente, non saremmo ciò che siamo.
Pensate a cosa saremmo senza Omero, Dante, Shakespeare, Cervantes, tanto per citare i più ‘grandi’.
Ecco perché chi è in grado di raccontare una storia, una bella storia, è così prezioso.
C’è uno scrittore che, per me, lo è in modo incantevole. Coaì come incantevole è la sua scrittura.
E vorrei precisare che la parola ‘incantevole’ non è scelta a caso: i suoi libri sono favole. Leggere come farfalle, profonde come l’oceano, luminose come il mattino.
Lui è Alessandro Baricco. Ed è incredibile che non ne avessi ancora parlato.
Non voglio dilungarmi sulle numerose controversie che dividono chi lo apprezza da chi lo ritiene ingiustamente sopravvalutato.
Lui per me è Lo Scrittore. E, come quando ami troppo qualcuno, gli perdoni un po’ tutto...
Spero che, allo stesso modo, voi riuscirete a perdonare la mia scarsa obbiettività!
Questo post è dovuto principalmente al fatto che ultimamente la mia inesauribile voglia ‘di Baricco’, quella che, per la precisione, mi fa divorare tutti i suoi libri appena pubblicati nel giro di qualche ora e rileggere ad intermittenza quelli già pubblicati, anche solo una pagina o qualche riga di tanto in tanto, è stata finalmente placata da due lieti eventi.
Il suo nuovo libro, Mr Gwyn, e la sua nuova collaborazione con La Repubblica.
Ma andiamo per gradi. Troppo Baricco mi fa venire le palpitazioni.
Mr Gwyn, beh…che ve lo dico a fare? E’ da leggere. Non lo consiglio, lo impongo!
Vi riporto, di seguito, un pezzo della mia recensione già pubblicata su Anobii (ho tagliato la prima parte perché mi sono già ripetuta qua sopra. Divento ripetitiva quando si tratta di lui. Già.)


Si tratta di una manciata di pagine. Eppure, che siano una manciata di pagine davvero non importa: c’è tutto quello che serve.
Tutto quello che serve a renderlo un Libro indimenticabile.
Profondo, originale, commovente. Ci ho ritrovato il Baricco più bello, quello di Oceano mare e Castelli di rabbia, i miei preferiti in assoluto. Ci ho ritrovato il Baricco dei personaggi surreali e improbabili, quelli che hanno uno scopo nella vita, ed è sempre qualcosa di meravigliosamente assurdo: dipingere il mare utilizzando l’acqua dell’oceano, ogni giorno della propria vita; costruire una ferrovia che non curvi mai; importare bachi dal Giappone, quando in Giappone era proibito entrare; immaginare un circuito automobilistico che sia la narrazione esatta della propria vita…
Il Mr. Gwyn di questo romanzo appartiene a questa galleria di bizzarri ed eccezionali personaggi.
Scrittore di un certo successo decide, con l’inizio della storia, di pubblicare una lista di cinquantadue cose che mai più farà nella vita. L’ultima è scrivere libri.
E se è vero che siamo ciò che facciamo, Mr. Gwyn decide di essere altro.
Eppure in questo modo finisce per ritrovarsi in una situazione comune a molti: ciò che solo lo fa sentire vivo (scrivere) è ciò che potrebbe anche ucciderlo.
Perché se c’è una cosa che Mr. Gwyn sa fare, è proprio scrivere.
L’alternativa si presenta, inaspettata, in una giornata di pioggia battente, in cui il confuso Jasper Gwyn trova riparo in una galleria d’arte. L’idea arriva dopo una lunga riflessione davanti ad un dipinto: non gli dispiacerebbe, in effetti, fare ritratti.
Sì, ma ritratti scritti. Perchè lui non sa disegnare, ma sa scrivere.
Nasce così l’idea che diverrà presto una sfida. Perché i lavori che non esistono sono sempre una sfida quando qualcuno decide di farli.
E’ dunque possibile ritrarre qualcuno traducendolo in parole? Copiare le persone trasformandole in lettere?
Al fianco di Jasper Gwyn in questa, all’apparenza impossibile, impresa ci sarà Rebecca: assistente e cavia per il primo ritratto. Tra lei e il ‘copista di persone’ si creerà, col tempo, un rapporto speciale, e sarà proprio Rebecca, alla fine, a svelare il mistero che sta dietro la domanda iniziale: come si traspone una persona in frasi scritte?
Il finale, da solo, vale tutto il libro. Ma tutto il libro vale comunque la pena di essere letto. Più di una volta, possibilmente.
E’ un libro sui libri, questo. Su chi li scrive. Su chi ispira chi li scrive.
Su tutti noi.
Perché noi siamo le storie.
E adesso dite pure che Baricco è un borioso pallone gonfiato.
Ma vi assicuro che senza favole come questa le giornate sarebbero un po’ più grigie.



E adesso passiamo ai suoi articoli sulla Repubblica.
A partire dalla domenica scorsa, e per altre quarantanove domeniche, Alessandro Baricco parlerà di libri. O meglio, di un libro.
Un libro a domenica. Cinquanta libri. I suoi cinquanta libri più belli degli ultimi dieci anni.
Inutile dire che ho già pronto un raccoglitore in cui archiviare i suoi articoli!
Perchè se è sempre bene accetto qualcuno che ti consiglia un libro spiegandoti cosa lo rende sensazionale, facendoti venire quella voglia immediata di capire di che si tratta, figuriamoci quando lo fa il tuo scrittore preferito!

Dieci anni fa ho cambiato città. E fin qui, chi se ne frega. Solo che cambiando città ho lasciato nella vecchia tutti i libri che avevo letto, e sono entrato in una casa in cui non c'era un libro mio. Quindi adesso, lì dentro, ci sono dieci anni di libri miei. [...] Le sere che ti annoi, passi a guardare i dorsi e, se hai voglia, è come ripercorrere pezzi della tua vita, basta lasciare che il gusto dei giorni in cui li hai tenuti in mano torni su: e lo fa, eccome se lo fa... (A.Baricco, La Repubblica)

LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...